DA VEDERE

GIARDINI DELLA LANDRIANA

Tutto ebbe inizio nel 1956, quando il Marchese Gallarati-Scotti e sua moglie, Lavinia Taverna, decisero di acquistare, ad un'asta giudiziaria, una proprietà rurale situata nei pressi di Ardea, sulla costa Laziale, a poche decine di chilometri dalla città di Roma.


La proprietà fu chiamata la Landriana, in omaggio ad uno dei nomi della famiglia Taverna. Al momento dell'acquisto, però, il terreno era completamente spoglio, non vi erano alberi né arbusti ed era ancora infestato dalle mine e dalle bombe, residui di quella tragica guerra che in questa zona, in occasione dello sbarco di Anzio, aveva conosciuto uno dei suoi momenti più cruciali e decisivi.


Il giardino nacque quasi per caso: l'intenzione originale fu quella di piantare degli alberi, soprattutto pini ed eucalipti, per fare un po' di ombra al casale e per frenare i venti che, fortissimi, soffiavano dal mare che distava solo quattro chilometri.

In seguito, tuttavia, un'amica di famiglia donò a Lavinia Taverna una bustina di semi e la marchesa, quasi per gioco, provò a seminarli.

Il risultato dell'esperimento fu sensazionale: nacquero delle piantine e con esse una passione destinata a lasciare un segno profondo sulla ormai brulla proprietà.

Lavinia iniziò ad avvicinarsi al giardinaggio con grande ardore, dedicandosi con estrema cura alla semina e allevando con amore le centinaia di piante nate grazie al suo attento lavoro. Infine, le collocò nell'area che circondava la casa senza seguire uno schema preciso.

Questa fase di entusiasmo neofita proseguì per diversi anni, fino a quando Lavinia non si rese conto che il suo non era un giardino, ma un insieme di piante privo di una struttura e di uno specifico disegno. Lavinia aveva bisogno di aiuto per creare un vero giardino.

Fu allora che il Conte Donato Sanminiatelli, amico di famiglia e amante del giardinaggio, le suggerì di chiamare Russell Page, il famoso architetto paesaggista inglese, che proprio in quel periodo, si stava occupando del giardino dei Sanminiatelli a San Liberato.

Russell Page arrivò alla Landriana nel 1967 e comprese subito che avrebbe dovuto dare al giardino una struttura molto forte e ben disegnata, in modo che potesse accogliere le centinaia di varietà già presenti e imporre ordine e rigore alla magnifica collezione di piante della Marchesa. Page suddivise il grande giardino in spazi circoscritti dal disegno fortemente geometrico sottolineato da siepi e vialetti.

Per la zona immediatamente adiacente la casa egli disegnò una pergola da addossare al casale, un piccolo giardino con una vasca vicino alla sala da pranzo (rimasto immutato), ed una grande bordura di piante grigie.

Poco più in là progettò un roseto formale (oggi Giardino degli aranci), un giardino per le collezioni (oggi Giardino degli ulivi) ed un rock garden.

Tornato qualche anno dopo, Page scoprì che la Marchesa, nel frattempo, non aveva cessato di coltivare nuove piante al di fuori delle aree da lui disegnate e comprese che il suo schema iniziale avrebbe dovuto essere rivisto e giocato su una scala più ampia.

Inoltre, i gusti e la curiosità di Lavinia si andavano affinando: dapprima l'interesse per le piante mediterranee, poi per quelle australiane e per quelle della California, alla continua ricerca delle specie che meglio si adattassero al clima mediterraneo nel quale cresceva il suo giardino.

Nei suoi appunti scritti, qualche anno dopo, Page ricorda questa continua immissione di essenze e l'evidente intenzione, da parte di Lavinia, di integrare le nuove piante in modo armonioso e inserirle negli spazi-giardino dal disegno attentamente calibrato.

In effetti, se molte delle piante in coltivazione all'epoca di Page sono state cambiate con gli anni, la sua organizzazione degli spazi non solo ha resistito al tempo, ma è risultata determinante per il successivo sviluppo del giardino, che Lavinia ha continuato ad allargare.

Seguendo il consiglio di Page, infatti, la Marchesa disegnò lungo il fianco della collina una scalinata rettilinea (l'attuale Viale Bianco) che scendesse nella zona inferiore, creò un lago artificiale, continuò a disegnare giardini che nel senso delle proporzioni, nell'equilibrio e nell'uso dello spazio risentono fortemente della lezione di Russell Page.



La terza fase nella storia della Landriana risale all'inizio degli anni Ottanta. Lavinia era stata costretta a trascurare il giardino per qualche tempo e allorché poté tornare a occuparsene assiduamente, decise di ripensare alcune zone del giardino, per seguire con maggiore precisione il principio delle stanze tematiche e di giocare con maggiore padronanza di mezzi sul tema degli accostamenti di forme, di fogliame, di tinte.

Sparirono, allora, i colori più sgargianti e le piante più dichiaratamente esotiche e iniziò un lungo studio per creare un giardino che, pur trovandosi in ambiente mediterraneo, riuscisse a proporre schemi di colore delicati, giochi di pieni e di vuoti accuratamente controllati con le potature, rigore nel disegno e controllo nella gamma di piante proposte.

Fu così che nacquero alcuni fra i giardini più noti e riusciti, quali la Valle delle rose, il Viale bianco, il Giardino degli ulivi.

La fase più recente della vita del giardino risale a pochi anni fa ed è caratterizzata dalla volontà di proiettarsi verso l'esterno, sia in senso metaforico, con l'apertura dei giardini al pubblico e l'organizzazione della fiera di giardinaggio, sia in senso letterale. Infatti, a metà degli anni Novanta, la bordura grigia di Page, ormai soffocata dai pini sovrastanti che erano cresciuti moltissimo, languiva.

Con il suo tipico coraggio Lavinia decise di trasferirla oltre la recinzione del giardino, in un'area completamente dedicata a un vecchio frutteto.

Nacque così il capolavoro del nuovo giardino grigio che, insieme al Prato blu ed al Grande prato delle mostre "Primavera ed Autunno alla Landriana", segna un ritorno al mondo assolato del Mediterraneo nel resto del giardino ormai filtrato, e quasi esorcizzato, dall’ombra dei grandi alberi.

Lavinia Taverna aveva progettato altri giardini nelle vicinanze del lago. Tra di essi, alcuni furono solo accennati, con le prime piante, altri appena sognati su carta.

La scomparsa di Lavinia, avvenuta nel 1997, ha provocato una momentanea stasi in questo incessante sbocciare di nuovi giardini che, soprattutto negli ultimi anni, aveva rappresentato il tratto più caratteristico della Landriana.

I progetti della Marchesa, tuttavia, non sono stati dimenticati: Lavinia ha lasciato a disposizione del pubblico l'inestimabile patrimonio di un giardino moderno e unico in Italia, nel quale non solo è possibile godere di un ambiente incantato, ma anche imparare qualcosa di quel personalissimo stile di grande giardiniera che Lavinia ha dimostrato.

La sua firma inconfondibile è fatta di attente giustapposizioni di masse create grazie ad accurate potature, di tappezzanti che non permettono di vedere la terra nuda, di viali e camminamenti lastricati o in erba, di schemi di colori armoniosi.

Oggi, la Landriana costituisce uno stimolo ed una fonte d'ispirazione preziosa per chiunque intenda avvicinarsi al giardinaggio, sia con un approccio poetico e riflessivo, sia con un'attitudine più concreta e scientifica.

Non dimentichiamo però che, oltre al giardino, sopravvive anche un'eredità di affetti, di sogni, d'idee che, come la prima bustina di semi che diede origine al giardino, è destinata a sbocciare e a crescere nel tempo.

 http://www.aldobrandini.it/sito/giardi/storia.shtml


Lavinium (Rm), museo archeologico


Situato a Pratica di Mare, una frazione di Pomezia (a sud di Roma, lungo il litorale), il museo interattivo dell’antica Lavinium è stato inaugurato nel 2005.







Grazie alla sua modernità e alla sua linea di pensiero incentrata sullo slogan “Esporre per comunicare”, questo museo raccoglie reperti dell’antica città e li presenta al pubblico tramite filmati e ricostruzioni animate di alcuni scorci della vita degli antichi padri. L’unione tra testi e immagini, reperti e filmati-ricostruzioni (anche in 3D) con le colonne sonore danno forza a una nuova idea di percepire il museo e il messaggio che esso può dare.

Alcuni brani dell’Eneide avvolgono l’atmosfera di un’aura sacra e allo stesso tempo misterica, i giochi di luci affascinano l’ospite di quello che non è più un semplice museo ma un oscuro corridoio che porta indietro di 2700 anni, in quello che era e che sarà sempre il centro sacro e il cuore pulsante dell’italica stirpe fondata da Enea e continuata dai suoi discendenti tramite la grande civiltà di Roma antica.

Sala I

Lavinium (Rm), museo archeologico

Sala I
La prima sala è intitolata alla Tritonia Virgo (Vergine Tritonia), una statua in terracotta di Minerva (Athena), collocata nel santuario laviniense poiché protettrice dei giovani che intraprendevano il passaggio verso l’età adulta e verso la maturazione civica.

 Il nome Tritonia si deve alla presenza del Tritone al suo fianco. Questa divinità marina, metà uomo e metà pesce, era il padre di Pallade, la famosa compagna di giochi di Athena, accidentalmente uccisa dalla dea. E proprio questo nesso tra la giovane Minerva-Athena che gioca con l’amica Pallade e la divinità adulta, ci indica la sfera protettiva dei fanciulli che diventano uomini.
Tritonia Virgo

La statua della Tritonia Virgo
Altre statue fittili (in terracotta), provenienti da una favissa (fossa votiva) del santuario, vengono esposte nella prima sala. Sono tutte datate tra V e III secolo a.C. Il video “Riti di passaggio” da vita e voce a queste statue facendo vivere (a loro e al pubblico) quello che era sentito come il punto obbligato per chi voleva e doveva diventare il nuovo cittadino di una società come quella latina.

Sala II

La seconda sala ci riporta al Mundus muliebris (mondo femminile) ricco di esempi di acconciature e di mode in voga nel mondo latino tra V e II secolo a.C.

Le statue, che ci mostrano l’eleganza delle mode tra la prima e la media Repubblica romana, provengono sempre da fosse votive del santuario di Lavinium. Qui presenziano fanciulle appena adolescenti, future e novelle spose: le acconciature sono impresse nell’arte statuaria fittile.

Sala III


Sala III
La terza sala ha la forma di una nave antica, quella stessa nave che portò in salvo il pio Enea, l’anziano padre Anchise e il piccolo figlio Iulo-Ascanio nella funesta notte che segnò la rovina e la caduta della gloriosa Troia omerica. Le coste laziali divennero il nuovo porto sicuro dell’eroe troiano che qui fondò Lavinium, in onore alla sua sposa Lavinia.

La città è mostrata, nella sua evoluzione da villaggio di capanne a vero e proprio insediamento urbano, alla luce delle scoperte archeologiche. Un filmato espone come si costruiva una nave e quali potevano essere i pericoli di una traversata per mare. Tutto ciò mostra la nuova patria di Enea: Hic domus Æneae.

Sala IV

La quarta sala riassume lo spirito della Civitas religiosa ovvero di Lavinium “città religiosa”, città di culti antichissimi e di memorie degli avi. È inscindibile la realtà cinetica del mondo dei vivi da quella statica e oscura del mondo dei defunti: i corredi di una necropoli protostorica scoperta negli anni ’70 mostra la semplicità e l’austera pratica dell’incinerazione nella nuda terra.
Sacerdote virtuale

Il sacerdote virtuale

Più avanti nella sala il filmato in 3D di un sacerdote virtuale ci condurrà nell’atmosfera del luogo di culto più famoso e visitato dell’antico Lazio: il santuario extraurbano dei Tredici altari (ormai 14 in seguito alla recente scoperta dell’ultimo) presso l’Heroon (santuario eroico) di Enea.

Sala V

La quinta sala mostra il plastico di una tomba principesca, con annesso corredo, dell’età orientalizzante (VIII-VI secolo a.C.), riconosciuta come il famoso Heroon di Enea, un tumulo di VII secolo a.C., utilizzato fino al IV a.C. Il tutto è avvolto da una selva oscura di alberi morti e da un religioso silenzio.



L’installazione video-scenografica mostra un espediente narrativo (in lingua italiana ed inglese) in cui viene elogiata l’umanità del personaggio Enea. Le scritte scorrono ai lati di una grande porta ricostruita sulla falsariga dei portali arcaici dei tumuli in area etrusca e laziale.

Queste porte sono la cesura tra due mondi: il presente e il futuro, la vita e la morte come seconda vita nella memoria dei posteri. E se anche alcune imprese degli eroi accrebbero la propria portata in seguito e con invenzioni successive, la loro vera grandezza sta nell’essere ricordati ancora oggi, dopo millenni di distanza e di riposo nelle case dell’Ade.

È l’inizio di un mito che terrà in piedi speranze e sogni, preghiere e ritualità di un mondo in evoluzione: è la nascita del culto di Æneas Indiges, l’Enea Indigete, eroe locale divinizzato dopo la morte e venerato come nume tutelare della nazione.

Lavinium altari
Gli altari, collocati nel sito archeologico, poco distante dal Museo
Nota: Chi scrive ha potuto visitare di persona nell’agosto 2010 il museo di Lavinium ritenendo doveroso comporre un articolo dedicato alla memoria delle origini della civiltà romano-italica. Lo stesso, complimentandosi per la realizzazione dell’opera museale innovativa, auspica un rinnovato interesse nelle nostre radici e nella curiosità per il mondo del passato, stimolata con l’aiuto di mezzi tecnologici modernissimi.

Siti web

http://www.museopomezia.it/
www.culturalazio.it/site/it-IT/Community/Buone_Gestioni/Buone_Gestioni/buonegestioni_13.html
http://www.anticalavinium.it/

Altre due vedute delle sale del museo al piano superirore







DA VEDERE:


BORGO DI PRATICA DI MARE


Pratica di Mare

Appena usciti da Pomezia in direzione Torvajanica, incontrate l'antico borgo di origini medioevali che nel corso dei secoli ha subito rifacimenti fino alla definitiva sistemazione rinascimentale che gli conferisce un caratteristico e suggestivo aspetto
Questa è una stupenda zona di interesse archeologico, caratterizzata dalla presenza di caseggiati interni al castello.
Il borgo sorge sui luoghi dell'antica LAVINIUM, città fondata da Enea, il mitico eroe virgiliano, la cui tomba è stata riportata alla luce da recenti scavi archeologici che hanno consentito anche il ritrovamento del complesso monumentale delle 13 Are, di ville e numerose statue, tra le quali la famosa Minerva, e reperti di notevole valore.

Tra il XII ed il XIV secolo venne innalzato, intorno alla torre, il Castello di Pratica, verosimilmente opera dei Bendettini. E' ad opera di pentagono irregolare e, più che di un castello ha l'aspetto di un palazzo baronale. Nel XV secolo dopo vari e veloci passaggi di mano, la proprietà del borgo passa alla famiglia dei Maximi.

articolo preso da:
http://www.apomezia.it/ungiro/info.asp?id=5







Zoomarine Italia è un parco divertimenti a tema marino che si trova sul litorale laziale a circa 25 chilometri da Roma. Costruito sul modello del parco Zoomarine in Portogallo, il parco di Torvaianica è stato inaugurato nel 2005 e si ispira al concetto dei parchi Sea World americani.




Infatti, oltre ai classici spettacoli e alle proposte didattiche, il parco Zoomarine offre anche
numerose attrazioni di varie tipologie,  si va dalle giostre meccaniche tipiche dei luna-park alle piscine con scivoli che normalmente si trovano nei grandi parchi acquatici. Ci sono attrazioni per tutti i gusti, adatte alle famiglie e ai più piccoli.

Ma il vero punto di forza di Zoomarine Italia restano gli spettacoli; ogni giorno vengono proposti al pubblico sei diversi shows: l’isola dei delfini, la baia dei pinnipedi, la foresta dei pappagalli, la piana dei rapaci e il galeone dei tuffatori. Tutte le attrazioni di Zoomarine sono usufruibili pagando un solo biglietto.

Torvaianica è una delle località turistiche più famose e frequentate della costa laziale, un piccolo centro del comune di Pomezia, in provincia di Roma. Le spiagge di Torvaianica, frequentatissime durante la stagione estiva, sono uno dei luoghi più affascinanti della zona: le dune sabbiose, la macchia mediterranea e il mare limpido sono solamente alcune delle attrazioni da non perdere.



Oltre agli spettacoli e al divertimento, a Zoomarine Italia è possibile passeggiare e rilassarsi in spazi verdi, fare shopping, fermarsi per uno spuntino in uno dei numerosi punti ristoro e, nella bella stagione, fare un tuffo nella nuova laguna di 2.000 mq, provvista di una spiaggia in teak, con lettini e ombrelloni gratuiti, scivoli e giochi per bambini, idromassaggi, docce terapeutiche. Nel panorama dei parchi tematici Zoomarine è un caso recente di successo: da 224.000 a 540.000 visitatori in soli 2 anni. Una crescita da +60% l’anno che ha permesso al parco divertimenti di Torvaianica (Roma) di diventare la prima attrazione turistica privata del Lazio, il primo parco a tema marino in Italia ed il 3^ parco divertimenti in assoluto (per numero di visitatori) dopo Gardaland e Mirabilandia.





Come arrivare a Zoomarine di Torvaianica

AUTO: Per chi viene da Roma dal Grande Raccordo Anulare (GRA)prendere l'uscita n. 26 (SS 148 Pontina) in direzione Latina. Si può proseguire poi sulla strada statale per circa 10 km e uscire a Pomezia-Torvaianica. L'uscita sulla SS 148 Pontina è la stessa per chi viene da Latina. Seguire la strada SP 101/a in direzione Torvaianica e quindi le indicazioni Zoomarine poste lungo il percorso che vi porteranno direttamente al parcheggio del Parco.

AUTOBUS: Da Roma (stazione Metro Laurentina) o dai principali comuni del Lazio è possibile prendere gli autobus del Cotral direzione Pomezia - Torvaianca, fermata Piazza Italia. Per richiedere un servizio navetta da piazza Ungheria a Zoomarine, contattare 06 9153 4001. Per informazioni www.cotralspa.it. Per le navette gratuite consultare il sito ufficiale Zoomarine.it.


BUONO SCONTO PER VOI!!!!

http://www.romatoday.it/eventi/sconti-zoomarine-da-3-e-5-euro.html





L'Aeroporto di Pratica di Mare


L'Aeroporto di Pratica di Mare "Mario De Bernardi" (ICAO : LIRE) è un aeroporto militare italiano situato a 30 km a sud della città di Roma, a poca distanza dalla strada statale 148 Pontina in direzione di Latina, nel territorio del comune di Pomezia, di cui Pratica di Mare è una frazione. La base aerea, intitolata alla memoria di Mario De Bernardi, è dotata di una pista in asfalto lunga 2542 m. L'aeroporto è gestito dall'Aeronautica Militare e non è aperto al traffico commerciale. Al suo interno, sono presenti molteplici installazioni ed enti di varie forze armate italiane.


Storia
L'aeroporto di Pratica di Mare fu istituito nel 1937 nella tenuta di Campo Ascolano e qualificato come campo di allenamento aereo. Negli anni che seguirono, l'aeroporto subì continue espansioni e nel dicembre 1942 diventò Scuola Strumentale di Volo.

Durante la seconda guerra mondiale, fu scena di rilevanti eventi storici, così come il transito di Mussolini immediatamente dopo la sua liberazione da Campo Imperatore.

Terminata la guerra, fu sede della IV Aerobrigata Intercettori "Francesco Baracca" che impiegava caccia F-86E Sabre di costruzione americana.

Nel 1957 la base aerea di Pratica di Mare divenne sede permanente del Reparto Sperimentale di Volo. Nel 1959, l'aeroporto fu intitolato al colonnello pilota Mario de Bernardi, medaglia d'oro al valore aeronautico, asso della prima guerra mondiale e primo collaudatore di un velivolo a getto in Italia nel 1940.

Nel 1963 la IV Aerobrigata fu trasferita all'aeroporto di Grosseto ed il reparto di radiomisure fu rilocato all'aeroporto di Pratica di Mare e destinato poi ad assumere altre responsabilità operative fino ad essere trasformato nell'attuale 14º Stormo nel 1976.

Nel 1997 vi fu trasferito dall'aeroporto di Ciampino il 15º Stormo, che opera con elicotteri, per svolgere compiti di soccorso aereo e Combat SAR (C-SAR). Nello stesso anno fu ricostituita la 9ª Brigata Aerea "Leone", che riunì il 14º Stormo, il 15º Stormo ed il Comando Aeroporto. La Brigata fu poi soppressa il 14 giugno 2006 e sostituita dal Comando delle Forze di Mobilità e Supporto di base all'aeroporto di Centocelle a Roma.


I reparti di volo attualmente presenti sull'aeroporto, sono

il Reparto Sperimentale Volo, fondato il 20 ottobre 1949 alle dipendenze del Centro Sperimentale Volo e inquadrato nella 1ª Divisione del Comando Logistico
il 14º Stormo "Sergio Sartoff", fondato il 1 gennaio 1927, disciolto nel 1942 e ricostituito nel 1976
il 15º Stormo "Stefano Cagna", fondato il 1 giugno 1931
I due stormi sono inquadrati nel Comando Squadra Aerea.

Gli adeguamenti logistici infrastrutturali sono continuati fino ai giorni nostri, tanto che è divenuto il più grande aeroporto militare italiano ed oggi ospita anche alcuni reparti aerei della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia di Stato.

EventiNel 2002 il 28 maggio si è tenuto presso l'aeroporto il "Vertice NATO-Russia". Si riunirono venti capi di stato e di governo per la firma della dichiarazione di Roma che costituì un nuovo "Consiglio a 20".

Il 10 luglio 2006 vi atterrò l'aereo che riportava in Italia la nazionale di calcio vittoriosa il giorno precedente all'Olympiastadion di Berlino nella finale del campionato mondiale di calcio 2006.


In occasione del G8 del 2009 tenutosi a l'Aquila, il presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama è atterrato con il famoso Air Force One su questa pista, insieme alla moglie e a tutto lo staff diplomatico statunitense.